Spagna e Portogallo sono rimasti completamente al buio il 28 aprile, in quello che gli esperti definiscono il peggior blackout elettrico in Europa degli ultimi vent'anni. La causa non è stata l'energia eolica o solare, come alcuni temevano, ma una rara "cascata di sovratensioni", una reazione a catena incontrollata di tensione crescente che ha travolto la rete iberica in pochi secondi.
I risultati sono stati pubblicati dalla Rete Europea dei Gestori dei Sistemi di Trasmissione di Energia Elettrica (Entso-E), che rappresenta i gestori di rete in tutta Europa. Il suo primo rapporto descrive il blackout come "un evento unico al mondo" e la prima volta che un'ondata di tensione a cascata di tale portata viene registrata nel continente.
"Questo non è mai accaduto prima in Europa", ha dichiarato il presidente di Entso-E, Damián Cortinas. "Un blackout totale in due Paesi ha conseguenze enormi per i cittadini e la società. Dobbiamo capirlo e fare in modo che non accada mai più".
Le energie rinnovabili non sono da biasimare
Il rapporto è chiaro: la produzione di energia rinnovabile non è stata la causa. Al contrario, la crisi ha messo in luce la necessità per tutti i tipi di energia, compresi solare ed eolico, di garantire il controllo della tensione, la capacità fondamentale di mantenere stabile la "pressione elettrica" della rete.
"Il problema non è l'esistenza di fonti rinnovabili, ma la necessità di una generazione con controllo della tensione", ha affermato Cortinas. "La buona notizia è che è possibile farlo, proprio come con gli impianti tradizionali".
Gli squilibri di tensione sono una causa classica di blackout, solitamente dovuti a cali improvvisi. Questa volta, tuttavia, la tensione ha subito un picco. Diverse unità rinnovabili si sono disconnesse automaticamente, le interconnessioni con Marocco e Francia si sono interrotte e i sistemi di difesa non sono riusciti a contenere l'aumento di tensione.
Una reazione a catena in pochi secondi
La mattina del 28 aprile sembrava abbastanza normale: la produzione di energia rinnovabile era in aumento, i prezzi erano in calo e la Spagna esportava ben 5 gigawatt di elettricità. Ma a metà mattina, il sistema mostrava segni di cedimento.
Alle 12:03, la rete è entrata in crisi. Gli operatori hanno cercato di allentare la pressione tagliando le esportazioni verso la Francia e riconfigurando i flussi di energia. Le modifiche hanno attenuato le fluttuazioni, ma hanno lasciato il sistema iberico con una tensione pericolosamente alta.
At 12:32, è iniziato il crollo:
- 12:32:00 – Sono stati disattivati 208 megawatt di energia eolica e solare, insieme a 317 MW di domanda di energia solare sui tetti.
- 12:32:57 – Un trasformatore a Granada è saltato, interrompendo l'alimentazione degli impianti solari ed eolici. Pochi secondi dopo, 725 MW di energia solare sono scomparsi a Badajoz.
- Pochi istanti dopo, altri 950 MW di produzione eolica sono scomparsi a Segovia, Huelva, Siviglia e Cáceres.
In solo In 20 secondi sono scomparsi 2.5 gigawatt di energia rinnovabileGran parte di essa forniva "potenza reattiva" per aiutare a mantenere la tensione sotto controllo. Senza di essa, la tensione aumentava in modo incontrollato, la rete perdeva la sincronizzazione e le protezioni automatiche non riuscivano a salvare il sistema.
Cinque secondi dopo, Spagna e Portogallo si oscurarono.
Il Portogallo ha ripristinato la sua rete entro le 00:22 del giorno successivo; la Spagna ha seguito intorno alle 4:12 del mattino
Nessuna accusa – per ora
Entso-E insiste nel sostenere che il suo ruolo è quello di spiegare, non di attribuire colpe. Le questioni di responsabilità, afferma, spettano alle autorità nazionali. L'indagine ha coinvolto 45 esperti provenienti da tutta Europa e si è basata in larga misura sull'operatore di trasmissione spagnolo, Red Eléctrica de España (REE).
REE ha accolto con favore i risultati, affermando che confermano la propria analisi. L'azienda ha sottolineato che la rete di trasmissione rientrava nei limiti operativi di sicurezza e che le prime disconnessioni si sono verificate nelle reti di distribuzione, al di fuori del suo controllo.
Tuttavia, l'analisi era incompleta. Mentre 33 aziende hanno accettato di condividere i dati, otto hanno rifiutato, limitando l'indagine.
Qual'è il prossimo
Questo primo rapporto è definito "fattuale" e si concentra sulla sequenza degli eventi. Un rapporto finale, con un'analisi più approfondita delle cause profonde e raccomandazioni su come prevenire disastri simili, sarà pubblicato all'inizio del 2026.
Per ora, il blackout del 28 aprile rappresenta un monito sulla rapidità con cui il sistema elettrico europeo può crollare.
"Questa era una novità. Era diversa", ha detto Cortinas. "E dobbiamo imparare da questa esperienza".
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